Nel panorama in costante mutazione della cultura digitale, il termine “brain rot” ha acquisito una risonanza sorprendente, tanto da essere selezionato dall’Oxford University come parola del 2024. Ma cosa significa realmente? E perché questa espressione, che letteralmente significa “cervello putrefatto”, sta attirando così tanta attenzione? In questo articolo esploreremo questo fenomeno, le sue origini, e gli effetti che l’eccesso di contenuti online può avere sulla nostra mente.
Ma partiamo dal principio…
Cosa significa Brain Rot?
Il termine “brain rot” è utilizzato per descrivere il declino cognitivo e mentale percepito che si verifica dopo l’esposizione prolungata a contenuti di bassa qualità online. Questo fenomeno si manifesta soprattutto nei giovani, che trascorrono ore scrollando feed di social media, guardando video brevi o consumando meme e contenuti poco stimolanti per la mente.
Da dove nasce il termine Brain Rot?
Il concetto non è nuovo. La prima menzione di risale alla seconda metà dell’Ottocento, quando l’autore americano Henry David Thoreau criticava la tendenza sociale a banalizzare idee complesse. Oggi, l’espressione è stata reinterpretata per descrivere un problema moderno: l’overload digitale.
Perchè in questi giorni è diventato un fenomeno virale?
Secondo i dati raccolti dall’Oxford University, l’uso di “brain rot” è cresciuto del 230% nelle conversazioni online nel 2024. Questa esplosione è stata guidata principalmente dal social media TikTok, dove gli utenti descrivono il senso di vuoto e apatia che provano dopo lunghe sessioni online – sfido chiunque a dire che non è così…
Si tratta di un problema generazionale?
Il brain rot è particolarmente comune tra la Generazione Z e la Generazione Alpha, che hanno vissuto gran parte della loro vita immersi nel digitale. Dai meme virali ai video di tendenza, il contenuto viene spesso consumato in modo passivo, con effetti negativi sulla capacità di concentrazione e sull’intelligenza emotiva.
Ha degli effetti per la salute mentale?
Gli effetti del brain rot vanno oltre la semplice sensazione di stanchezza mentale. Studi recenti, tra cui una ricerca pubblicata sulla National Library of Medicine, suggeriscono che l’esposizione costante a contenuti di scarsa qualità può influire negativamente su funzioni cerebrali fondamentali, come:
- memoria a breve termine;
- capacità di attenzione;
- elaborazione critica delle informazioni;
Ma come riconoscere se sei una vittima del brain rot? Ecco alcuni segnali comuni:
- Difficoltà a concentrarsi su attività impegnative come la lettura di un libro;
- Parlare e pensare solo in termini di contenuti digitali;
- Una costante necessità di controllare i social media;
La satira del Brain Rot nei contenuti virali
Paradossalmente, il concetto di brain rot è diventato un meme. I contenuti stessi che ne sono causa, come la serie virale “Skibidi Toilet”, ne fanno satira. Questa sorta di autoironia riflette la consapevolezza collettiva del problema, ma non sembra arginare il fenomeno.
Individuiamo adesso alcune modalità per contrastarlo
Se pensi di soffrire di brain rot, non disperarti. Esistono strategie per migliorare la tua salute mentale e il tuo rapporto con il digitale:
- Riduci il tempo sui social media
Limitare il tempo giornaliero dedicato allo scrolling sui social utilizzando timer o app di gestione del tempo è sicuramente il primo modo per evitare di cadere nel brain rot;
- Cerca contenuti di qualità
Dedica il tuo tempo a letture stimolanti, documentari o corsi online ose proprio non puoi fare a meno dei social, cerca i canali giusti per trarre informazioni;
- Pratica il digital detox
Pianifica regolarmente giornate senza smartphone per ricaricare la mente. Ho recentemente visto un’intervista a Denzel Washington dove racconta come gli sia di aiuto praticamente mezz’ora ogni mattina in silenzio prima di affogare nello smartphone o nel telefono. Si hai capito bene, silenzio senza telefono tra le mani;
- Fai attività fisica
Sembra un grande classicone ma impiegare del tempo all’aperto, fare yoga o sport può aiutare a ridurre lo stress digitale.
Ma è un problema così serio?
La percezione sociale del brain rot è che non sia un problema così ramificato e rilevante. Molti lo interpretano come una metafora della delusione verso il mondo digitale, un luogo che una volta era fonte di innovazione e arricchimento, ma che oggi è invaso da contenuti banali e superficiali.
In definitiva potremmo concludere dicendo che la nomina di brain rot a parola dell’anno 2024 non è solo un avvertimento, ma anche un’opportunità per riflettere su come utilizziamo il digitale. Se vogliamo evitare un vero declino cognitivo collettivo, dobbiamo imparare a bilanciare l’intrattenimento con contenuti di valore e a mettere la nostra salute mentale al primo posto.
Tu cosa ne pensi? Hai mai sperimentato la sensazione di brain rot? Raccontami la tua esperienza sul mio profilo linkedin.